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L'arte e la danza balinesi

nella collezione Wistari
Diario di una cosmopolita

 

27 février-10 mai 2015

Museo delle Culture
Lugano, Heleneum

 

EN PRÉPARATION

 

 

Cristina Wistari née en 1945, déçue par l'expérience du '68, quitte Milan en 1977. Après un périple en Asie, elle s'arrête en Inde, où elle étudia la danse kathakali. En 1983, après avoir lu par hasard Le Théâtre et son double d'Antonin Artaud, un essai sur la danse balinaise, elle arriva à Bali où elle vivra jusqu’à sa mort survenue en 2008.

A Bali elle s’approche à l’art du gambuh, la forme classique du théâtre-danse la plus ancienne de Bali, pendant 16 ans elle l’étudia avec un des majeurs maîtres vivants. Cristina étudia aussi le sens, la mimique de deux autres danses balinaises, le topeng et le calonarang.

Cristina arriva à connaître et incarner tellement à fond l’esprit de la danse, qu’elle en devint une des majeur interprètes, estimée et louée même par les balinais.

A partir du 1993, Cristina s'engage dans un projet de sauvegarde et documentation de la danse balinaise, elle écrira aussi une monographie de 600 pages sur le gambuh, en indonésien.

L'exposition au Musée des cultures présente une petite partie des matérieux utilisés par Cristina Wistari pendant ses performances, quelques vidéos et une entrevue.

Les masques sont faites par des artistes avec le bois de Alstonia scholaris, une apocynacée.

Topeng Dalem. Masque de la danse topeng qui représente un roi. Elégant et raffiné comme se doit à son rôle, il peut intervenir dans les danses initiales, même si plus souvent on le trouve dans la trame du conte, il incarne l'archétype de l'héros royal.
19 × 13,5 × 8 cm. Inv. As.Ins.3.019. © 2015 Città di Lugano, Museo delle Culture.

Topeng Dalem Bedaulu o topeng Raksasa. Maschera rappresentante re Badaulu, l’ultimo re indigeno di Bali a opporsi all’invasione dell’impero Majapahit (1275-1527) condotta dal ministro giavanese Gaja Mada. Conosciuto per i suoi poteri magici, Bedaulu deriva il suo nome da beda, “differente” e hulu, “testa”. Infatti è anche conosciuto con il soprannome di “re dalla testa di maiale”, in riferimento a una leggenda in cui si narra che, spinto da tracotanza, si staccò la testa e la inviò in paradiso per decretare il suo potere. Shiva, offeso dal gesto e dall’arroganza del re, decise di sostituire la sua testa con quella di un maiale.
21,5 × 23 × 11,5 cm. Inv. As.Ins.3.029. © 2015 Città di Lugano, Museo delle Culture

Sidhakarya. Il nome del carattere significa “colui che garantisce il successo” (sidha) “del lavoro sacro” (karya). Messaggero divino e mediatore tra il mondo visibile e invisibile, Sidhakarya è l’ultima maschera a entrare in scena nella danza topeng. Il suo volto bianco, che ne sottolinea la purezza e lo identifica con Shiva, contrasta con un sorriso ambiguo, al contempo affascinante e tremendo.
18 × 13,5 × 9,5 cm. Inv. As.Ins.3.021. © 2015 Città di Lugano, Museo delle Culture

Topeng Penasar Keliahn. Maschera raffigurante un servo del re.
15,5 × 14 × 9 cm. Inv. As.Ins.3.030. © 2015 Città di Lugano, Museo delle Culture

Gelungan dalem. Copricapo indossato nel topeng dal personaggio del re o del principe.
47 × 28 × 30 cm. Inv. As.Ins.3.060. © 2015 Città di Lugano, Museo delle Culture.

Costume da danza gambuh.
150 × 148 × 20 cm. Inv. As.Ins.3.056a-j. © 2015 Città di Lugano, Museo delle Culture

Dipinto balinese in stile kamasan – proveniente dall’omonimo villaggio – raffigurante la rosa dei venti. A ogni direzione corrisponde una manifestazione divina con il proprio veicolo e la propria arma. Partendo da nord e procedendo in senso orario troviamo Wisnu, Samuh, Iswara, Maheswara, Brahma, Rudra, Mahadewa, Sangkara. Al centro, punto solitamente occupato da Shiva, che comprende in sé le varie manifestazioni divine, emergono le figure di Dewa Semara e Dewi Ratih, che rappresentano l’unione degli opposti maschile e femminile, divinità dell’amore e simbolo di totalità. Da Kamasan deriva la matrice estetica che ha trovato eco in ogni campo artistico balinese e che, a sua volta, ha origine dal teatro delle ombre giavanese (wayang kulit), la cui influenza nelle danze è presente nelle decorazioni dei copricapi gelungan.
86 × 152 cm. Inv. As.Ins.3.075. © 2015 Città di Lugano, Museo delle Culture

 

boule

 Viré monté